martedì 27 dicembre 2011

Un colibrì che comincia a volare

Salve,


“Molto tempo fa una foresta piena di alberi, uccelli e fiori cominciò a prendere fuoco. Gli animali correvano per salvare la pelle. Fu in qul momento che il leone si fermò vedendo che un colibrì prendeva acqua dal fiume, la buttava sul fuoco e tornava verso il fiume. - Ah, colibrì! Pensi di riuscire da solo a spengere questa fiamma immensa? Disse il leone. - E il colibrì rispose: - So che non posso spengere questo fuoco da solo, sto solo facendo la mia parte”.  Betinho

Questa storiellina ha ispirato il nome del nuovo progetto che vi avevo preannunciato e nel quale mi sto “empolgando” come si dice da queste parti. E non da solo: c’è un bel gruppetto di bella gente anch’esso “empolgado”.
Il nome sarà “Beija-flor da Maçaranduba” (Colibrì di Maçaranduba).


Il nostro progetto è sempre lo stesso: accogliere a due anni i bambini le cui famiglie hanno più difficoltà e accompagnarli tendenzialmente fino alla maggiore età, inizialmente con l’asilo, poi con un doposcuola e infine con corsi e incontri di formazione umana e di professionalizzazione.

Inizieremo con l’asilo e il doposcuola, quest'ultimo già fatto dalla parrocchia come progetto-pilota, e ogni anno continueremo ad accompagnare i bambini che escono dall’asilo, oltre a continuare a seguire gli "antichi".

La parrocchia metterà inizialmente a disposizione il centro pastorale, che stiamo adattando, e ci metteremo da subito in cerca di una sede più ampia per lavorare meglio e avere lo spazio per accogliere ogni anno un nuovo gruppo.


Con i ragazzi vogliamo lavorare molto sulla formazione, sull’autostima e sulle capacità di espressione e relazione per metterli in grado di riuscire nella vita, nonostante la partenza svantaggiata per chi nasce in favela.

Nascendo ora, il progetto non può ancora contare su finanziamenti stabili. Io e Paolo ci daremo da fare per rompere le scatole ad amici e parenti perché ci aiutino in questo momento iniziale. Preparatevi. Tra l'altro l'idea di spostare su questo progetto i soldi già raccolti non si è concretizzata perché la quasi totalità dei dipendenti della "Frutos de mães" con la nostra uscita si è licenziato e abbiamo pensato fosse giusto trovare un accordo pagando le indennizzazioni previste, col risultato che i soldi sono evaporati. E vabbè.

Devo però riconoscere con piacere che un po’ di base, grazie ad Agata Smeralda, in realtà l’abbiamo. Conto in ulteriori aiuti da parte loro, anche se vorrei davvero chieder loro il minimo indispensabile, perché so bene che il “trattamento privilegiato” che mi riservano, anche solo come concittadino, di fatto finisce per assorbire finanziamenti che potrebbero andare ad altre situazioni con lo stesso bisogno, o magari maggiore. Non credo si possa guardare solo al proprio orto.

In questo periodo ripeto sempre al gruppo col quale lavoro che il progetto può nascere con la credibilità che io e Paolo abbiamo costruito presso amici e istituzioni negli anni italiani, ma può sopravvivere solo con la credibilità che lo stesso progetto si costruirà qui in questa realtà.

Per rendere autonomo il prima possibile il progetto puntiamo su 5 “gambe”
  1. Un progetto di cui ci sia davvero bisogno, e in questo mi pare che ci siamo, anche se va ben motivato.
  2. Una qualità di lavoro eccellente. Decisivo su questo sarà la scelta del personale, ma io conto molto su Francisca che, dopo un lungo corteggiamento da parte mia, ha accettato di assumere la direzione e su Cláudia, la coordinatrice pedagogica che ha dato prova di coinvolgimento nel progetto.
  3. Una rendicontazione “paranoica”. L’idea è di lavorare il più possibile attraverso la banca perché le operazioni siano del tutto trasparenti. Una contabilità trasparente e ben strutturata e un’amministrazione in regola con tutte le normative, iniziando da quelle sul lavoro.
  4. Il coinvolgimento della comunità nel progetto sia nella valutazione e nelle proposte di miglioramento, che nel finanziamento.
  5. Una buona divulgazione.

Ognuno di questi punti va sviluppato e concretizzato. Se ci riusciremo sono convinto che il progetto non solo riuscirà a sopravvivere, ma sarà un esempio per gli altri. Siamo presuntuosi, e vogliamo esserlo.

Naturalmente (vedi punto 5) vi terrò al corrente dell’evoluzione e dei bisogni. Voi intanto cominciate a pensare a cosa potete fare per darci una mano. Ci conto. Intanto stiamo preparando un preventivo dettagliato che divulgherò appena pronto.

Nel frattempo... Fate i bravi.

Luca

P.S. Qui è cominciata la stagione delle feste e noi invece a lavorare sul progetto! Ma insomma qualcheccosina vedremo comunque di farcela scappare...

P.P.S. Buon Anno!

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giovedì 22 dicembre 2011

Buon Natale

Salve,

Ho trovato in rete un video delizioso sulla nascita di Gesù. Lo so, è in portoghese, anche con una forte "calata" che lo rende più difficile da capire, ma resta delizioso.


Un buon Natale a tutti. Presto altre notizie.

Fate i bravi. Luca

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martedì 22 novembre 2011

Post mattone (gli eventi mi costringono)

Salve,

dal mio ritorno sono precipitate un sacco di cose all'asilo. Negli ultimi tempi il tasso di conflittualità si era fatto più forte, ma poi, guardando bene, in tutti i conflitti era coinvolta sempre la stessa persona, Dora, figlia di Tia Mira e presidente dell'asilo.

Alla fine, dopo molte volte che ho cercato di stemperare come nel mio stile, ho preso una posizione ferma. Mi stavo convincendo che la radice dei conflitti fosse il desiderio di lei di assumere il controllo dell'asilo da sola, cosa che andava contro non solo tutti i patti iniziali, ma soprattutto con le esigenze di una gestione corretta e efficace. In una lettera ho indicato con chiarezza la necessità di dare un'accellerata al processo di creazione di una gestione comunitaria e ho indicato nella sostituzione di Dora alla guida operativa (non nella presidenza, le due cose per statuto e per legislazione tra l'altro sono incompatibili) uno dei punti chiave del cambiamento, insieme a un nuovo stile di gestione e una maggiore autonomia degli impiegati. Ho concluso la lettera minacciando di disimpegnarmi dall'asilo se non si fosse arrivati al consenso sui punti indicati.

La lettera ha scatenato lo psicodramma. Reazioni deliranti (in senso clinico) e totale chiusura al dialogo da parte sua. Le ho successivamente scritto una lettera con toni diversi invitandola a riflettere sulla impossibilità di gestire un'asilo come lei vorrebbe fare, ma senza risultato.

Quindi, insieme agli altri membri della direttoria abbiamo deciso, con profonda amarezza, di uscire dall'Associazione "Frutos de Mães". Rimarremo fino alla fine dell'anno per garantire gli stipendi degli impiegati e poi ce ne andremo.

Ho passato una ventina di giorni in apatia, come conseguenza della delusione, al punto che mia madre aveva iniziato a preoccuparsi, nonostante le mie rassicurazione che presto sarebbe passato.

Di una cosa sono però contento: il gruppo dei direttori usciti con me, e come me amareggiati, non si è lasciato vincere dalla delusione, anzi proprio Leda, una grande donna, ha proposto che continuassimo l'esperienza dell'asilo per conto nostro, proposta accolta con entusiasmo dagli altri.

Stamani ci siamo riuniti, abbiamo analizzato di nuovo la situazione e ci siamo buttati. Tenteremo una corsa contro il tempo per poter aprire un asilo provvisoriamente nei locali parrocchiali fin da febbraio, in modo di garantire ai bambini ai quali ormai ci siamo affezionati un accompagnamento di livello come siamo stati in grado di dare in questi due anni e come la "Frutos de Mães" non sarà più in grado di dare (spero di sbagliarmi, ma non ci conto: sono già allo sbando; è addirittura sparita di la una mia macchina fotografica che avevo prestato, segnale pessimo).

Sara, un'altra figlia che lavora li, ha scritto alle famiglie dei bambini una bella lettera aperta in nostra difesa dopo che Dora aveva fatto una campagna contro di noi con le famiglie accusandoci di volerci impossessare dell'asilo della madre.

In questa situazione mi sembra ovvio che i soldi che alcuni di voi mi hanno affidato non saranno più impiegati per quell'asilo, ma li riverserò integralmente nel nuovo progetto che sta nascendo, salvo gli stipendi ancora da pagare. Se però qualcuno volesse destinare lo stesso la sua offerta alla "Frutos de Mães" deve solo farsi vivo con me in qualsiasi modo e la sua volontà sarà rispettata.

Per l'inizio della prossima settimana costituiremo l'associazione, abbiamo identificato le figure chiave, presto prenderemo contatto con Conexão Vida (il referente brasiliano di Agata Smeralda, quest'ultima già informata della nuova situazione) per formalizzare la relazione con la nuova entità e avanti.

L'asilo sarà il primo momento di un progetto di accompagnamento fino alla maggiore età che sono sicuro potrà fare la differenza nella vita di quei bambini.

Scusate, oggi niente foto, né barzellette, ne storielline leggere: non è aria. Spero però traspaia la determinazione e la voglia di buttarsi alle spalle tutto questo per continuare il nostro lavoro con i bambini e gli adolescenti che ne hanno tutti i diritti e che, anche questo incentiva, sono molto gratificanti nel loro affetto.

Seguiranno aggiornamenti.

Tanto per non essere proprio totalmente monotematici, ricordo che domenica torna Paolo. Sono curioso di sapere come è andata la vacanza italiana. Se l'emozione tutte le volte che torno in Italia è grande, la prima volta fu quasi esagerata. Immagino che nella pausa estiva (eh già, qui andiamo verso le vacanze estive) inizieremo a diversificare un po' gli ambiti di lavoro. Ormai si può tranquillamente fare.

Un abbraccio.

Fate i bravi. Luca

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lunedì 10 ottobre 2011

Gita asilo e aggiornamenti

Salve.
Rientro dopo una parentesi italiana anomala. Ero abituato a ritmi frenetici di incontri invece quest'anno, complice la dispersione dell'Agosto, le occasioni di incontro si sono molto rarefatte e ho poltrito parecchio di più. Comunque ora sono di nuovo qui.

Ieri ho accompagnato alcune professoresse a portare i bambini ad un evento organizzato da "Mais social", se ho capito bene il braccio filantropico del Municipio (che qui si chiama Prefettura).
Sembra che sia indispensabile partecipare a questi eventi per non perdere gli aiuti, e quindi ci siamo andati.
Prendendo a prestito il vocabolario di Caterina (cara amica e grande psicologa) l'evento è stato un delirio. In uno spazio tipo Area Feste di San Piero o il prato dell'anfiteatro delle Cascine ci siamo ammassati qualche decina di asili senza nessun tipo di programma.
Un autobus dei trasporti pubblici ci ha prelevato con un'oretta di ritardo e ci ha scaricati al Parque da Cidade.


Venditori da tutte le parti, una banda (graziosa), tre o quattro "pula-pula" (lett. salta-salta= tappeti elastici), la merenda offerta (compendio di tutto ciò che i nutrizionisti dicono di evitare) e la donazione di alcuni giochi che distribuiremo all'asilo.



A dire il vero il posto sarebbe anche bello (mi dicono che durante l'estate il Comune organizza concerti gratuiti di domenica), ma l'evento, ribadisco, è stato un delirio. Molto meglio venirci per conto nostro.
Poi, se Dio vuole, è arrivato il momento del ritorno. Con lo stesso ritardo dell'andata siamo rientrati alla base.
Purtroppo l'asilo sta passando un momento molto difficile a causa di conflitti interni. Entro la fine dell'anno bisogna per forza introdurre qualche cambiamento. Qualche idea ce l'ho. Vediamo se va in porto.

Cambiando argomento Edvânia mi ha dato buone notizie riguardo alla "Igienização" (vedi il post precedente). C'è stato un incontro del Movimento do Povo da Rua con il comandante della Polícia Militar su sollecitazione di "alte sfere" e le angherie sembrano essere cessate. Mentre invece una delle maggiori ditte di costruzioni, la Odebrecht, ha assunto, usufruendo dei benefici di legge per l'inclusione delle persone disagiate, diversi barboni che stavano facendo un percorso di uscita dalla strada per lavorare nei cantieri del nuovo stadio. Ne ho incontrato uno: era raggiante. Forse l'era Lula non è passata invano. Anch'io sono sollevato.

Durante il viaggio italiano ho ritrovato nel mio fascicolo al Centro Missionario la lettera che a suo tempo mandai al vescovo nell'ormai lontano 2007 per chiedere di venire in missione. Mi sembra fatta benino e soprattutto dice cose ancora vere, così ho deciso di metterla nel blog. Chi è interessato può vederla cliccando in alto "Lettera di richiesta" più semplicemente seguendo questo link.

Un'ultima cosa: come già ho postato su Facebook i miei genitori stanno organizzando un pranzo per raccogliere fondi per le attività della missione (in pratica l'asilo).
Si terrà domenica 16 ottobre alle 13 a Barberino di Mugello, via Dante, nei locali "Nuova Evangelizzazione".
Il costo è di 20 euro e per evidenti ragioni organizzative bisogna prenotarsi entro mercoledì 12 ottobre.
Mi scoccia mettere il loro telefono privato sul blog, quindi chi già ce l'ha può confermare direttamente con loro, gli altri possono scrivere a me come commento qui sotto, come email o come messaggio su Facebook e provvederò a passare la comunicazione.

Dopo questo deprecabile uso privatistico del blog vi saluto. Un abbraccio.

Fate i bravi. Luca

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lunedì 25 luglio 2011

Higienização

Salve gente,

torno ora da un incontro tra personale della "Defensoria pública" e il movimento dei "Moradores de Rua" (i/le barboni/e che si stanno costituendo in associazione!). La sede è un salone con annessi all'estremo margine del complesso della chiesa più importante di Salvador: São Francisco, nel Pelourinho, che i francescani hanno ceduto (il salone, naturalmente).


L'anima del movimento è Lúcia, ex barbona, ex alcoolista e non so che altro. La sua storia passa per l'esperienza della chiesa della Trindade, della quale ho già accennato in questo post dell'anno scorso.


Edvânia (sempre lei) ieri era in parrocchia a tenere un ritiro e, visto che ho rotto le scatole tutto il tempo scattando foto, mi ha chiesto se potevo partecipare all'incontro per documentarlo con le immagini.


Per farla breve succede che tra i preparativi alla Coppa del mondo del 2014 prevista in Brasile c'è anche l'"igienizzazione" degli spazi cittadini. E non si tratta, come uno si potrebbe immaginare, di togliere i monti di spazzatura sparsi in varie zone della città, bensì di ripulire le strade dei quartieri a vocazione turistica delle presenze indesiderabili, primi fra tutti i Moradores de Rua.

C'è quindi un ordine di scuderia tra vigilantes privati, "giustizieri" e polizia di vessare in qualsiasi modo queste persone: pestaggi, deportazioni forzate a centinaia o migliaia di chilometri e ogni tanto - così, per mettere ben in chiaro le cose - qualche strage. E sono solo alcuni esempi.


C'è molta paura, ma anche voglia di reagire a questa situazione: molte persone si sono esposte personalmente per denunciare episodi, e non è una scelta facile in una situazione di estrema vulnerabilità come la loro: il rischio di rappresaglie è concreto e probabile.


Da parte mia sono molto preoccupato: gli interessi che muovono l'"igienizzazione" sono molto grandi e temo che le autorità ne siano in qualche modo succubi. Tra la gente i barboni non godono di buona fama e quindi le uniche realtà dalle quali è possibile aspettarsi un appoggio sono le associazioni, i movimenti sociali e qualche chiesa. Domani dovrebbe esserci l'incontro tra i responsabili del movimento e il nuovo vescovo di qui: sapremo presto se tra queste ci sarà anche la mia.

Bene, mi scuso se ho mandato il boccone di traverso a qualcuno, ma avevo bisogno di raccontarlo.

A presto. Beijo.

Fate i bravi. Luca

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giovedì 14 luglio 2011

Pellegrinaggio dietro l'alluvione (e viaggio in Italia)

Salve gente.

Ho trovato un gruppo di gente più strampalata di me, e ce ne vuole. Naturalmente mi ci sono trovato parecchio bene.

Prendiamola larga. La mia amica Edvânia (quella della Comunità Marta e Maria che accoglie principalmente donne che vivono in strada) mi aveva parlato alcune volte delle "peregrinazioni" che faceva in inverno (di qui) con un gruppo di altri pellegrini, attirando la mia attenzione. Finché un giorno le ho chiesto se era possibile partecipare. Lei ne ha parlato al gruppo e sono stato accolto nel serraglio.

Quando il 1º sono partito sapevo più o meno che sarei andato con Edvânia, che sarebbe durato una settimana (più i viaggi), che avremmo visitato i paesi e le città maggiormente colpite dalle inondazioni dello scorso anno (ma anche di pochi mesi fa), che ci saremmo spostati a piedi (escluse le 15-18 ore di autobus per arrivare e ripartire) e che durante tutto il pellegrinaggio avremmo vissuto rigorosamente con ciò che la gente ci avrebbe offerto sia per quanto riguarda il cibo che il riparo.

Mi sono riattrezzato (zaino e scarpe da trekking erano rimaste in Italia) e siamo partiti. Al punto di raduno ho scoperto che oltre ad essere l'unico straniero ero anche quasi l'unico con uno zaino vero, ero quello con lo zaino più pesante e soprattutto l'unico con le scarpe ai piedi. Gli altri o sandali o infradito (non scherzo e i tratti hanno raggiunto i 25-28 km!). Ma non me l'hanno fatto pesare.


A parte un autobus che per un palmo non ha travolto me e Silvia, una signora con la quale conversavo comminando, è stato tutto molto positivo, pur con gli inevitabili disagi (tipo un unico bagno senza sciacquone per tutto il gruppo in una delle soste).

Parte integrante dell'equipaggiamento del gruppo erano due pandeiros (cembali) col quale nelle soste venivano accompagnati canti e balli popolari. Devo dire che non passavamo inosservati. Ecco uno di quei momenti sul ciglio della strada e un gringo che pateticamente cerca di inseguire al pandeiro i ritmi della ben più esperta e capace Cristina. Neanche questa mi hanno fatto pesare: erano davvero accoglienti.


Conoscevo già il valore del camminare, ma la novità è stata unire quest'esperienza all'affidarsi completamente all'accoglienza che avremmo ricevuto e all'attenzione e alla vicinanza a popolazioni provate e che spesso di sentivano dimenticate.

Il gruppo è anche ecumenico: c'erano alcuni Battisti, tra i quali due pastori (marito e moglie). In una comunità il gruppo mi ha chiesto un commento al Vangelo dell'invio dei 72 discepoli. Dopo la mia meditazione mi hanno fatto i complimenti e mi hanno detto che avevo la stoffa del pastore battista. Non so se devo rallegrarmi o preoccuparmi. Nel dubbio opto per la prima.

Qualche altra foto: lo scuolabus di Maraial, così tanto per farsi un'idea di come vanno a scuola i ragazzini di là.



L'incontro con una comunità.



La più poetica è "L'aurora dei pellegrini", scattata a fine pellegrinaggio quando stavamo andando a prendere gli autobus per il ritorno.



Concludo con un paio di notizie: la prima è che mi sono deciso a farmi un account in Facebook, la seconda invece è che dal 5 agosto al 14 settembre sarò sul patrio suolo per "matar a saudade" (lett. "ammazzare la nostalgia"). Spero che l'estate non impedisca gli incontri con le persone care. A presto. Beijo.

Fate i bravi. Luca

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mercoledì 9 marzo 2011

Fioretto quaresimale

Salve

i buoni propositi quaresimali mi portano a interrompere un lunghissimo silenzio che ha preoccupato qualcuno. In realtà vado soggetto a periodiche crisi di rigetto della tastiera; certo che stavolta ho battuto tutti i record.

Di cose - naturalmente - ne sono successe. La più importante è che a novembre è arrivato Paolo, il collega atteso (nella foto è quello a destra, per chi non conosce né lui né Sergio che l'ha accompagnato). Dopo il necessario rodaggio iniziamo ora a dividerci gli "spazi". Da parte mia mi sembra che la cosa funzioni, come era del resto nelle aspettative.



Altra notizia degna di nota è che la Diocesi di Firenze ha donato alla Paróquia Nossa Senhora da Piedade - Maçaranduba la casa parrocchiale. Non solo smettiamo di essere in affitto, ma abbiamo a disposizione due appartamenti, uno dei quali (quello dove attualmente viviamo) diventerà uno spartano ostello per eventuali visitatori ("Vènghino, siori, vènghino..."). Nel nuovo appartamento entreremo tra un paio di mesi, quando gli ex proprietari si trasferiranno definitivamente. Ovvi, ma non per questo meno sinceri, i ringraziamenti alla Diocesi.

Finalmente ci siamo decisi a rifare il pavimento della Matriz (chiesa parrocchiale), non tanto per un fatto di estetica (a me il precedente piaceva anche di più) quanto per compassione nei confronti delle donne che lo puliscono. Era faticosissimo e frustrante. Penso che invece alla gente piacerà: qui ancora nuovo è spesso sinonimo di migliore. È una nazione giovane e i giovani pensano così. Io invece sto invecchiando, ma va bene lo stesso. Abbiamo anche riconfigurato e allargato un po' il presbiterio: ora ci si rigira.



Mercoledì scorso mentre stavo per andare alla Messa ho sentito due spari. Sono uscito di casa e a 20 metri dalla porta ho visto un assebramento di gente e nel mezzo un giovane in una pozza di sangue, decisamente morto. Aveva tutta l'aria di un'esecuzione. Quando siamo rientrati pareva non fosse successo nulla: non c'era più nemmeno la pozza. Ci ho messo un po' per elaborare la cosa (ma forse mi esprimo più chiaramente se dico che per qualche giorno mi sono girati parecchio i coglioni). Meno male che Paolo era uscito prima e non ha assistito. Ancora forse è un po' presto.

Parlando ancora di Paolo, con la scusa di mostrarglielo dato che è nuovo, anche quest'anno mi sono fatto un po' di carnevale. Più come spettatore che come effettivo partecipante, ma tutto sommato preferisco così.

Sul fronte dell'asilo le cose vanno bene, a parte un grave scazzo nella direttoria mentre ero all'incontro dei missionari italiani di gennaio. La cosa sembra se non superata almeno accantonata. Quest'anno si lavorerà anche a questo. La parte positiva è di gran lunga maggiore e ci tengo a dedicarle un po' di spazio per rispetto ai tanti tra i miei pochi lettori che hanno voluto aiutarlo.

  • Abbiamo chiuso l'anno 2010 sostanzialmente in pari (rimandando il pagamento di un debito dell'acqua - ereditato - solo per avere una maggiore liquidità a inizio anno).
  • La spesa totale dell'anno passato è stata di R$ 106.678,76 (in questi giorni il cambio è risalito intorno ai 2,30 Euro dando un valore di circa € 46.382, ma in realtà il cambio dei mesi scorsi ci ha penalizzato). Più del 99% è venuto dall'estero (Agata Smeralda e denaro raccolto da me e dalle Volontarie della Carità italiane). In realtà la percentuale va un po' diminuita perché non sono state contabilizzate le donazioni in alimenti ricevute da istituzioni e progetti di qui. La tesoriera ci sta provando, ma comunque non è che si scenda poi più di tanto.
  • La buona amministrazione e la qualità del lavoro dell'anno passato ci hanno fatto entrare (per ora parzialmente) nel FUNDEB, un fondo statale di sostegno all'educazione. Quest'anno stiamo ricevendo R$ 75.985,49 che, sommati ai soldi che realisticamente pensiamo di poter "raccattare", ci hanno consentito di mettere in preventivo un costo per quest'anno intorno ai 180.000 Reais (per le spese correnti).
  • Questo ci consente di completare l'organico dell'asilo (15 dipendenti tutti a tempo pieno per 95 bambini), di pagare a tutti almeno un salario legale e i contributi (pratiche non così scontate nelle scuole comunitarie).
  • Se riusciamo a sensibilizzare anche realtà imprenditoriali di qui perché ci sostengano (è la scommessa dei prossimi anni) in un paio d'anni possiamo riuscire a stabilizzare il rapporto di lavoro con tutti. È una mia grande aspirazione.
  • Dal prossimo anno il progetto di accompagnamento extrascolare (sto iniziano a usare questo nuovo nome) probabilmente cambierà volto: si fonderà con l'asilo e avrà come priorità l'accompagnare i bambini che escono dall'asilo, senza comunque chiudersi ad altri inserimenti. A prendere bambini di famiglie svantaggiate, offrire loro quattro anni di ottima formazione e poi abbandonarli a se stessi, sembra di dir loro: "Ora torna nella strada dalla quale sei venuto e arrangiati!". Stringe il cuore: il mio di sicuro, ma anche quello di chi li ha accompagnati.
  • Se tutto va bene nel corso dell'anno apriremo un sito web dell'asilo dove poter accompagnare le attività in tempo quasi reale, visualizzare i rendiconti periodici e, perché no, fare donazioni dirette. Mi sono già messo a studiare le soluzioni possibili (naturalmente "open source", ci mancherebbe). Nota per "iniziati": Joomla! è una piattaforma che promette bene - mi sono già installato un server LAMP sul portatile per testarla - ma accetto volentieri consigli da chi è più competente di me.
Ringrazio tutti per la pazienza e mi scuso per le eventuali preoccupazioni causate dal lungo silenzio (anche nei messaggi personali, che ora devo recuperare).

Vi lascio con un paio di immagini allegre della festina di carnevale dell'asilo, che forse aiuta a capire il perché di tanta passione da parte mia. Un affettuoso abbraccio. Buona Quaresima. Qui l'anno pastorale comincia ora.





Fate i bravi. Luca

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