La lettera di richiesta

Durante il mio viaggio in Italia del 2011 ho ritrovato al Centro Missionario la lettera che inviai al Vescovo per venire in missione e che racchiude le mie motivazioni.


Eminenza,

ero stato appena ordinato quando l’allora rettore del Seminario, Mons. Bassetti, mi chiese la disponibilità per fare un’esperienza di un mese a Salvador Bahia dove da molti anni preti fiorentini animavano la Parrocchia di “Nossa Senhora de Guadalupe”. Accettai la proposta con entusiasmo.

Già in quella occasione ebbi la prima intuizione che la mia strada sarebbe passata anche da lì.

Varie volte ho poi avuto l’occasione di tornare in quella città, sempre condotto da un dipanarsi di circostanze che non cercavo, sempre volentieri.

Da molti anni sto verificando questa intuizione sia dentro di me che confrontandomi con gli amici che ben conoscono la realtà bahiana: alcuni preti fiorentini che sono stati lì, Pe. José Carlos, Suor Renata di Capelinha e altri. Tutti mi hanno rassicurato sulla mia “predisposizione” a fare quest’esperienza.

Già nel 1995, su sollecitazione di don Renzo Rossi, il Card. Piovanelli mi chiese se fossi stato disponibile a partire per Salvador, ma all’epoca rifiutai: avevo 33 anni e l’abbandono del ministero di Lorenzo Lisci e di Rodolfo Tedeschi era un ricordo molto fresco. Motivai il rifiuto con il non sentirmi ancora sufficientemente maturo per un’esperienza del genere, ma aggiunsi che comunque mi sentivo chiamato a una forte esperienza missionaria a Salvador e che nell’arco di 5 anni mi sarei reso disponibile.

L’anno seguente è arrivato l’impegno a San Piero a Sieve. È stata un’esperienza molto bella. Sono stato gratificato da un’accoglienza commovente; ho instaurato rapporti belli anche al di là della stretta cerchia parrocchiale; mi sono assunto la responsabilità, sostenuto da tanti, di salvare il complesso della Pieve dal degrado e di riconfigurarlo secondo le nuove esigenze pastorali; ho cercato, insieme a don Stefano Grossi, di innovare la pastorale; ho sperimentato i miei limiti.

Questo impegno ha richiesto ben più di 5 anni: ne sono passati 11, con in mezzo l’impegno al Centro Missionario Diocesano che ha contribuito a mantenere viva e motivata la chiamata missionaria.

Ora sento che è arrivato il momento.

Sono sempre stato convinto che il ricambio nelle parrocchie sia un bene sia per il prete che per le parrocchie stesse. In 11 anni credo di aver dato quello che potevo dare e aver fatto quello che potevo fare. Ora campo di rendita ed è un male per me e per la parrocchia. C’è bisogno di un altro per offrire nuove visioni, nuovi stimoli, un nuovo stile.

Per questo, dopo quelle da direttore del Centro Missionario Diocesano, le porgo le mie dimissioni anche da Parroco della Parrocchia di San Piero a Sieve e di Amministratore parrocchiale di San Giusto a Fortuna, che diverranno operative con la nomina del mio successore.

E le chiedo formalmente di poter andare nei prossimi anni a svolgere il mio ministero come fidei donum nel Arcidiocesi di São Salvador da Bahia, nel luogo che Dom Geraldo ha indicato nel gennaio scorso, e cioè la Parrocchia “Nossa Senhora da Piedade” nel bairro di Massaranduba, insieme con Anna Maria Boscaini dell’ Ordo virginum fiorentino.

Sono contento che la mia chiamata alla missione vada a dare continuità e nuovo impulso alla grande esperienza della presenza fiorentina in Brasile che ha così arricchito sia Firenze che Salvador e spero che la nostra presenza possa crescere e “acrescentar” il patrimonio di amicizia, comunione e stimolo reciproco a vivere meglio la sequela di Cristo.

La ringrazio fin d’ora.

San Piero a Sieve, 31 maggio 2007

don Luca Niccheri
prete fiorentino

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