giovedì 17 gennaio 2008

Nuove da Bahia

Ciao a tutti.

Sono rimasto un po' indietro con i racconti.

Per esempio Natale. Fa un po' strano vedere ai tropici gli alberi di Natale, i commessi vestiti da Babbo Natale, le decorazioni con le renne e le slitte ai tropici, ma vi assicuro che è proprio così (chi non ci crede chieda a Samuele e Anna).

Prima di Natale avevo fissato le confessioni. Ora, sia che - come canta Chico Buarque de Hollanda - "Não existe pecado no lado do baixo do ecuador", sia che - come mi dicono - la gente è abituata a confessarsi in Quaresima, il mio debutto nel metaforico confessionale è stato poco performante.

Me ne sono fatto una ragione.

Il Natale l'abbiamo celebreato praticamente insieme. Ho celebrato la Messa di notte alle 20. Dicono che la gente non è abituata a uscire più tardi, ma il 31 mi è sembrato che sapesse anche lasciare da parte le abitudini, quando necessario. Tudo bem. Anche alle 8 di mattina c'era abbastanza gente.


Proprio il 31. Abbiamo passato la "Virada do ano" a Boa Viagem, non lontano da qui, la punta della nostra penisoletta - Itapagipe - che si affaccia nella Bahia. Da queste parti c'è una vera passione per i fuochi d'artificio e anche a noi è toccata la nostra dose, anche se i migliori erano quelli di Barra, che abbiamo visto in lontananza, e che facevano parte di un del Revellion di Salvador sotto al faro con decine di artisti.

Il giorno dopo, mentre il Bom Senhor dos Navigantes rientrava a casa a Boa Viagem in barca dopo aver fatto visita a sua Madre a Conceição da Praia, seguito da una processione di barche molto suggestiva, io andavo all'aeroporto per ricevere con il dovuto onore il protomissionario fiorentino Renzo Rossi in visita pastorale nella Bahia.

Mi ha portato una valigia di libri e due lettere da casa. Grazie, Renzo.

A pranzo sono andato nell'orfanato di Aguas Claras con chi, di quegli splendidi ragazzini, non aveva una famiglia dove andare nemmeno per le feste. Abbiamo festeggiato l'anno nuovo con uno churrasco memorabile. Piccolo episodio: a un certo punto è arrivato un babbo chiedendo della bambina. Era piuttosto stranito. Francesca, la nostra amica di lì, gli ha chiesto se avesse pranzato, e lui ha farfugliato pualcosa con vergogna. Allora gli ha preparato un'abbondante piattata di churrasco, riso, fagioli perché potesse sfamarsi. E sua figlia è stata con lui. Dopo due o tre ore la bambina, piccola, è andata da Francesca e le ha chiesto: "Tia Chica, per favore dici al babbo di andare via? Io voglio anche giocare". Mi ha fatto effetto.


Mi sono perso il Pôr-do-sol a Barra, grande tradizionale spettacolo del primo dell'anno, condotto da Daniela Mercury. Lo davano anche alla televisione, per i vecchietti come me. Quest'anno si rendeva omaggio ai 15 anni del suo "O canto da cidade", pietra miliare della musica Axé. C'erano Daniela, Ivete Sangalo, Margareth Menezes, Carlinhos Brown, gli Olodum e decine di altri artisti. La crema della musica baiana. Peccato.


Annamaria, dopo le fatiche iniziali, si sta inserendo che è una meraviglia. Peccato che tra poco debba tornare in Italia per problemi di pensione.


Qui fa un gran caldo. Siamo in pieno verâo (estate) e tutti sono in ferie, a parte un certo numero di sfortunati studenti che stanno recuperando i giorni perduti a causa di uno sciopero dei professori. Anche in parrocchia i ritmi sono particolarmente rilassati. Chi mi conosce sa che la cosa non mi crea angosce. Però ci siamo messi già di buzzo buono a programmare l'anno pastorale nuovo ormai incombente. Con l'inizio di quaresima si parte in grande stila con la Campagna di Fraternità lanciata a livello nazionale, come tutti gli anni dal 1964 mi sembra, dai vescovi brasiliani.

La prossima settimana partecipo a un corso per catechisti organizzato dalla Diocesi: voglio vedere se riesco a orientarmi meglio rispetto alle abitudini di qui.

La settimana dopo, invece, vado a Manaus e ci resto una settimana. Partecipo a un incontro dei missionari italiani in Brasile. Penso che sarà interessante. Ci sono stato 3 giorni 17 anni fa. Mi pare che il caldo di lì sia quasi imbattibile. Vedremo, perché ci sono stato in luglio e ho la tenue speranza che a gennaio sia meglio. Ma non mi illudo.

Torno che il carnevale è già iniziato. Dicono che quello di Salvador sia la maggior festa popolare del mondo. Sono decisamente incuriosito, anche se per quest'anno ho scelto di non avvicinarmi fisicamente, almeno ai due circuiti più commerciali, Dodó e Osmar. Magari una scappata a quello di Batatinha, più tradizionale, nel centro storico, ma ancora non sono sicuro. Oppure perdo i'capo e passo le giornate lì. Tutto può essere. Specialmente a Bahia.

Domani siamo prigionieri nel quartiere. Come ogni secondo giovedì dopo la Festa dos Reis (Epifania) si stima che un milione di persone faranno 8 km a piedi da Conceição da Praia al Santuario di Bonfim (a 10 minuti da noi) a rendere omaggio a Oxalá, l'orixá che veste di bianco, creatore del mondo su incarico di Olodumaré, la divinità suprema del Candomblé.

Basta ora. Alle 6 si cena, qui. A presto. Abração. Luca

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