mercoledì 7 maggio 2008

Compleanno bahiano

Ciao gente,

sono le 10 e un quarto (di sera) e sono appena rientrato in casa.

Come alcuni hanno mostrato di ricordarsi (grazie a chi si è fatto vivo!) oggi era il mio compleanno, 46º in assoluto, primo in terra baiana.


Gia prima delle 8 (ero ancora sotto la doccia) Marcia, lider parrocchiale, si è presentata a farmi gli auguri e a regalarmi un CD: "Perfil", ultima raccolta di Ivete Sangalo, che stranamente ancora mi mancava.

Poi con il babbo ci siamo messi a invertire l'apertura della porta del frigorifero, schiacciandoci quasi tutta la mattinata. Lavoro interrotto frequentemente da telefonate di auguri.


A pranzo sono andato con i miei in una churrascaria a farci un "rodizio" di carne, una tipicità di queste parti (al sud del Paese ancora di più).

Riassumendo: paghi l'ingresso, le bibite e i dolci. Puoi servirti a volontà al buffet di riso, fagioli, verdure, frutta, pasta e sformati vari. Poi, la parte più suggestiva, i camerieri passano con degli spiedoni di carne arrostita, di diversi tagli, ti si fermano accanto per sentire se ne vuoi e nel caso te ne tagliano un pezzetto con un coltellone affilatissimo. Questo finché te ne entra. Quando poi hai bisogno di un momento di tregua prendi il cartoncino verde accanto al piatto e lo rigiri mostrando la parte rossa. E il cameriere sa che sei in sosta e gira al largo con i suoi spiedoni.


Il pomeriggio invece l'ho passato in casa a riguardare un po' di cose.


Quando sono andato in chiesa per la Messa ho capito subito che le mie aspettative di festeggiamento con un dolcino e una bibita dopo l'incontro di liturgia del mercoledì dopo la Messa erano decisamente inadeguate.

Chiesa in gran spolvero, tutti quelli più o meno impegnati in parrocchia presenti, il prete vicino che è venuto a concelebrare accompagnato da un suonatore di chitarra e uno di tamburo (con una voce eccezionale!), corale parrocchiale mobilitata, 4 tra lettori e commentaristi con la pettorina, due ministri straordinari del'Eucaristia in alta uniforme, gente di tutte le comunità della parrocchia. In sacrestia preparato per me il camice bordato che richiede l'amitto. Un caldo! Per prendere in giro ho chiesto al responsabile della pastorale liturgica a che pagina del Messale fosse il formulario della solennità del compleanno del prete. Presa di giro accettata di buon grado.

Appena entro noto alcuni tra i più grandi dei ragazzi dell'orfanato di Aguas Claras dove vado tutti i mesi, che sono venuti a festeggiarmi. Momento di commozione.


Commentario, introduzione di due flauti suonati dai ragazzi dell'orfanato, canto di ingresso e la celebrazione scorre, ripresa con la videocamera da mio padre debitamente imbeccato in precedenza.

Dopo il Vangelo due parole di commento e di ringraziamento. Quando sono sul punto di terminare... tum, trurrutumtumtumtum...

Ebbene sì, anch'io ho avuto l'onore dei foguetes, dei botti. Come gli orishà. Come i grandi santi nella loro festa (che comunque a volte qui sono la stessa cosa!). Come il Vitória che ha vinto il campionato bahiano (con enorme scherno della tifoseria del Bahia). E anche come la polizia che entra nella favela disturbando l'attività dei trafficanti (però in questo caso i foguetes non sono per festeggiarli, bensì per mettere in guardia i colleghi spacciatori). La mamma ha fatto un salto che l'hanno dovuta reggere.

La Messa scorre, intervallata da sporadiche scariche di foguetes (e puntuali salti della mamma). Dopo la Comunione il ricordo e un'orazione per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani e alla fine penso di essermela sfangata.

Altro errore!

Al posto degli avvisi, due della Pastorale della Comunicazione (che raffinatezza, eh! Un giorno ve ne parlo) mettono in scena una piece per il divertimento del pubblico e l'imbarazzo condiscendente mio. Fingono di rinfacciarsi di non aver nulla da dire su di me finché arriva una religiosa italiana a trarli dall'imbarazzo offrendosi di fare l'interprete con i miei genitori per raccontare la mia vita. Ecco che dalle loro delazioni, raccolte in precedenza, scaturisce una biografia che mi sputtana davanti a tutto il popolo e il comune! E va beh. A questo punto rimane solo il canto di buon compleanno e di richiesta a Dio che mi benedica, cosa a cui mi sottopongo di buon grado.


Grazie a Dio (ho dovuto imparare questo intercalare: qui a dire "per fortuna" - come ero solito fare - ti guardano perplessi come fossi un miscredente che non riconosce la presenza di Dio nei fatti della vita. Che abbiano ragione?), grazie a Dio, dicevo, la Messa è finita.

In chiesa diverse decine di abbracci di prammatica. Non i lamento: abbracciare mi è sempre piaciuto.


Finito, direte voi. Macché.

Dopo la Messa tutti al Centro di Pastorale per la parte ludico-conviviale (confraternização, dicono qui).


Coreogafia italo-brasiliana con alle pareti gruppi di palloncini tricolori e giallo-verdi. Spettacolo di Capoeira (notevole), altri foguetes, rinfreschi, bibite. Altri canti di auguri e benedizioni, altri abbracci e l'immancabile dolce con le candeline, di quelle che dopo spente si riaccendono da sole per costringermi al bis.


Ora l'abbozzo. Volevo solo tentare di dare un'idea di un tipo di festeggiamenti, e mi auguro di affetto, a cui non ero abituato, almeno in queste forme.


Insomma anche se i problemi non mancano - il più grave un momento di forte tensione con Pe. José Antonio, il gesuita che ha retto per due anni la parrocchia e che tuttora è il punto di riferimento della comunità di Mangueira, tensione che rischia di polarizzare anche le comunità - qui quando c'è da festeggiare non ci si tira indietro. Se qualche collega sente la mancanza di calore umano in parrocchia può fare un pensierino a trasferirsi da queste parti. Qualcosa da fare gli si trova.


Il lavoro procede. Entro la fine del mese c'è in programma un mutirão (lavoro comunitario, ha la stessa radice di "mutua") per riattivare un salone parrocchiale, che in questo momento è solo un deposito, per farne un salone per incontri aperti a tutti, dato che per prudenza il centro Pastorale è di fatto riservato agli incontri delle persone già conosciute e coinvolte nelle pastorali.

Il progetto iniziale era di farne la casa parrocchiale, ma stando qui mi sembra meglio soprelevare di un piano il Centro Pastorale ricavandoci la casa parrocchiale e una terrazza coperta che tolga un po' di caldo dal centro e che sia un ulteriore spazio disponibile per attività. Ma questo sarà argomento di conversazione con il vescovo a settembre, quando verrò in Italia.

Lo sforzo di aumentare la comunicazione e la progettazione congiunta delle pastorali mediante l'incontro mensile del primo martedì sta faticosamente comincindo a dare i primi frutti. Speriamo.

Invece al primo degli incontri di catechesi biblico-liturgica (più liturgica che biblica) richiesti a gran voce da molti lider, hanno soprasseduto per primi quelli che più li avevano richiesti, ritrovandoci così uno sparuto gruppetto. Tudo bem. Noi si va avanti. Che altro si può fare, del resto? E comunque episodi del genere mi sembra di ricordarli anche in Italia...


Io sto sempre bene, contento di stare qui, curioso di quello che ho intorno, affezionato alle persone.


Vi saluto con affetto.

Fate i bravi. Luca

P.S. Un grazie al babbo per le foto

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