domenica 20 aprile 2008

A Don Antonio di San Piero

Ciao collega,

ti scrivo per ringraziarti dei 600 Euro che mi hai fatto avere tramite i miei genitori.

Li ho già spesi!

Tiamira, che i bambini del suo asilo chiamano "tia Mira" (zia Mira), è una signora che vive qui da sempre e da sempre cerca di offrire un'accoglienza ai bambini più piccoli e più poveri.

È stata la prima responsabile parrocchiale della Pastorale dei bambini, che si occupa di seguire le madri dalla gestazione fino al compimento dei 6 anni del figlio. A questo ha unito un impegno ancora più diretto.

Donna abituata a lottare, prima ha raccolto i bambini in casa sua, poi in un locale un po' più grande, infine ha invaso laboratorio abbandonato pieno di immondizia e covo di tossici, lo ha ripulito e ci ha installato i suo asilo. Ho portato pochi giorni fa i miei genitori a visitarlo.

Ha sempre ospitato i figli dei più poveri e quindi ha sempre avuto problemi economici. Quando questi si acuiscono — e succede di frequente — somatizza con sbalzi di pressione che a volte la costringono al ricovero in ospedale.

Tutto questo non l'ha mai fatta deflettere di un millimetro dalle sue scelte.

Ultimamente il governo ha fatto un controllo sul "suo" asilo, che in realtà per statuto è della comunità, e l'ha minacciata di chiusura se non avesse ridotto il numero dei bambini e fatto dei lavori indispensabili. Naturalmente non aveva il becco di un quattrino.

Ha dovuto adeguarsi. La cosa che le pesa maggiormante è la riduzione del numero dei bambini accolti, perché, pur essendo ben consapevole delle carenze della struttura, sa benissimo che l'alternativa al suo asilo non è un asilo migliore con tutti gli standard a norma, ma la strada!

Alcune ditte le hanno regalato il materiale necessario con l'obbligo di utilizzarlo entro una certa data, ma la la spesa per la mano d'opera le è rimasta sul gozzo. Oltre tutto il tempo stringeva e lei ha deciso, per non perdere anche il materiale, di iniziare i lavori pur non potendoselo permettere.

Ora è arrivata quasi in fondo ma ha potuto pagare solo una parte degli operai. Chi è rimasto senza l'ha pesantemente minacciata al punto che ha avuto un'altro scompenso è dovuta di nuovo andare in ospedale.

Io ho preso la tua busta pari pari e glie l'ho passata attraverso una religiosa italiana di qui che lei conosce bene e che mi ha raccontato tutta la storia.

Ti ho scritto per renderti conto dei soldi spesi e ringraziarti. Se vorrai informare, e ringraziare anch'essi da parte mia, chi ha contribuito a raccoglierli, o anche altri, non ho niente in contrario, anzi mi fa piacere.

Se e quando poi qualcuno verrà in visita da queste parti, avrà l'onore di conoscere questa donna straordinaria e la sua opera.

Un abbraccio dai caldi tropici. Luca


P.S. Per conoscenza, e affetto, come puoi vedere ho mandato copia al Centro Missionario Diocesano.

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