venerdì 8 maggio 2009

Pioggie e Tia Mira

Ciao gente!

qui è cominciato a piovere. Ma di brutto. All'inizio l'abbiamo presa come una liberazione. Non se ne poteva più. Sembra impossibile, ma non si vedeva l'ora che finisse l'estate. Poi i primi campanelli d'allarme: strade allagate (normale!), un sabato pomeriggio è saltata la Messa nella comunità di São Paulo a Baixa do Petróleo perché il tetto non ce l'ha fatta a opporsi all'acqua che l'ha reso inagibile. Succede anche questo. Poi le immagini sconfortanti.



E qui siamo in in bairro "nobre" (nobile)

Nei bairros popolari invece succede che tre persone muoiano a causa di uno smottamento,


o che una bambina di 6 anni in un vicolo trasformato in un torrente dalla pioggia cada in una fogna aperta e venga trascinata via con la madre che aveva cercato di afferrarla. Per chi conosce un po' Salvador è successo in una traversa della San Martin vicino al Largo do Tanque. Il corpo della bambina è stato ritrovato a Iguatemi di fronte al Detran.

E poi c'è chi baianamente la prende con filosofia.



Altra conseguenza poco simpatica di queste acque a giro è l'impennata del rischio di beccarsi la leptospirosi. Ma tanto dei problemi che non hanno soluzione è inutile preoccuparsi.

Le foto sono prese dal sito de A Tarde. Spero che non me ne vogliano.


Il venerdì dopo Pasqua ero a pranzo dal Cardinale insieme agli altri fidei donum (solo i preti, contrariamente a quanto faceva dom Lucas 20 anni fa e mi sembra addirittura dom Avelar. E poi non venitemi a dire che non c'è un'involuzione neoclericale). Momento tutto sommato piacevole, anche se, ripeto, decisamente clericale. Il disagio è scattato al momento di un giro d'orizzonte politico sui rispettivi paesi. Tutti ritenevano il nostro Presidente del Consiglio un tipo piuttosto "eccentrico" per usare un eufemismo. Purtroppo tutti, ma proprio tutti dal Cardinale in giù, erano, evidentemente, disinformati dalla Stampa-di-sinistra onnipresente nel mondo. Forse il Nostro pensa che sia un problema solo italiano, ma se è così si sbaglia: qualcuno lo informi, per favore. Io tacevo per carità di Patria, sentimento che all'estero ti prende a tradimento. E meno male che ancora la Signora non aveva esternato!


Il compleanno di quest'anno è stato molto meno pirotecnico di quello passato. Meglio così. Non poteva naturalmente mancare il dolce e il canto degli auguri.



E ora una decisione sofferta. Vi coinvolgo nel cedimento sbracato sul fronte del mio atteggiamento snob di non chiedere - come tradizione di ogni buon missionario che si rispetti - aiuti in denaro ad amici e parenti.

Si tratta dell'asilo di Tia Mira. Qualcuno ne sa già qualcosa, altri forse no. Provo a riassumere traducendo liberamente un articolo che è uscito nel primo numero del nostro rinnovato Bollettino comunitario.

L'asilo è nato dall'iniziativa di Donna Maria Almira dos Santos, meglio conosciuta come Tia (zia) Mira. Vedeva bambini rinchiusi in casa perché le mamme (manicure, donne delle pulizie, raccoglitrici nella spazzatura di materiali riciclabili) dovevano uscire a lavorare, così iniziò ad accogliere questi bambini in casa. I primi cinque bambini furono Elizana e Elionar, oggi studenti, i fratelli Adriano e André, uno militare e l'altro falegname, e Gilmarcos, che oggi lavora nel riciclaggio.



Il 1º Maggio 1988 fu fondata l'"Associazione di Beneficenza Flor de Mães" (Fiore delle Madri), oggi "Scuola Comunitaria Frutos (Frutti) de Mães". In un primo momento si unirono al progetto madri che trovavano lavoro e che aiutavano in cambio di un piatto di cibo. L'asilo era mantenuto attraverso donazione e l'LBA (Legione Brasiliana di Assistenza, una specie di fondazione presieduta dalla moglie del Presidente brasiliano). Per il fatto però di non avere una sede non riusciva ad avere aiuti dagli organi pubblici, quindi decise di cercare un terreno, invadendo una fabbrica abbandonata (ricovero di delinquenti e tossici), lo ripulì con figli ed amici, costruì un capannone e via.

L'anno scorso fu obbligata a ristrutturale la gestione e il primo passo fu di ridurre il numero di bambini per poter raggiungere gli standard qualitativi richiesti. Col bel risultato, mancando ogni alternativa, di lasciare decine di ragazzi per la strada. Ma l'alternativa era la chiusura completa per mancanza di requisiti.

Quest'anno sono iscritti 250 bambini da 1 a 10 anni con 21 persone che a vario titolo lavorano là dentro.



Tia Mira ha sempre anteposto la generosità al calcolo, col risultato che ora, anche a causa di un blocco delle contribuzioni della Prefettura (municipio) si trova in una situazione finanziaria disperata. Alcuni amici, tra cui io, ci siamo coalizzati per "incoraggiare" un ricambio nella gestione e una amministrazione più attenta dell'asilo, con risultati promettenti, sembra.

Però tutto questo diventa inutile se non si supera l'attuale "crisi di liquidità" che pure contribuisce ad aggravare i problemi (i grossisti non fanno credito, i commercianti al dettaglio, alcuni, sì. Ma i prezzi sono incomparabili. Solo per fare un esempio). Sto accompagnando da vicino l'evoluzione dell'asilo e continuerò a farlo. Vedo, ripeto, segni incoraggianti. E comunque non si possono lasciare 250 bambini dei più poveri (alcuni vivono ancora nelle palafitte) per la strada. Non esiste.



Domenica 7 giugno i miei genitori organizzeranno, con l'aiuto di amici, un pranzo di raccolta fondi a Cavallina nel giardino di casa. Chi fosse interessato può contattarli allo 0558420501.

Qualcun altro mi ha detto di avere già dei soldi da parte o che comunque ha voglia di contribuire. Vi propongo di comunicarmi la cifra che ciascuno può raccogliere in modo che la possa in parte anticipare tirandola da altri fondi con la certezza di poterli ricoprire a luglio quando viene don Gilberto.

Le necessità appurate ieri sono (cambio Euro-Reais di oggi intorno ai 2,80):

R$ 6.477,57 bollette di acqua, luce e telefono da pagare
R$ 10.500 stipendi arretrati
R$ 1.000 mano d'opera necessaria per mettere in opera un tetto ed evitare che piova nell'asilo (sulla parte adeguata per esigenza della Prefettura).

Per coprire le emergenze c'è bisogno di 17.477, 57 Reais, pari - oggi - a circa 6240 Euro. Cifra rilevante, ma non impossibile, con l'aiuto di tutti. Per onestá premetto che non saranno sufficienti, perché ancora il processo di riorganizzazione non è compiuto, ma leveranno comunque da un grosso affanno.

I soldi possono arrivare tramite i miei genitori, il Centro Missionario Diocesano (0552710730. Ancora non lo sanno, ma ci conto...), per chi lo conosce direttamente don Gilberto (idem...).

Bene, persa anche questa verginità andiamo avanti (meno male che comunque me ne resta ancora qualcuna...).


Chiudo con una nota leggera. Prima del pranzo col Cardinale sono passato in un paio di librerie (i vizi ti accompagnano ad ogni latitudine!). In una ho trovato una gustosa raccolta di barzellette sui baiani e mi è sembrato che tratteggino bene l'immagine collettiva di questo popolo. Ve ne racconto (in traduzione libera, come si fa con le barzellette) una alla volta, per farmele durare. Ecco la prima, che gioca sulla nomea della pigrizia di questo popolo.

Due poveri baiani dell'interno sono seduti all'ombra di un albero lungo la strada. Passa un macchinone e dal finestrino vola via una banconota da 100 Reais che va a finire proprio di fronte a loro, sull'altro lato della strada. Dopo una mezz'oretta di completa immobilità e silenzio uno fa, speranzoso, all'altro: - Ehi, amico. Hai visto? Se il vento gira oggi abbiamo rimediato la giornata!

Fate i bravi.

Luca

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